Caro Signor Maurizio,
nome che tra l’altro credo abbia un pessimo karma con Federico, tipo i segni zodiacali avversi per intenderci, io sono uno di quei genitori che lei esorta a difendere i propri figli da gentaglia come Fedez.
Si rassicuri, noi genitori di adolescenti abbiamo una pellaccia che non s’immagina, noi siamo quelli che cantavano a squarciagola di volere una vita spericolata dove ognuno aveva il proprio viaggio ognuno diverso, e siamo ancora qui.
Nonostante il nostro primo concerto a 13 anni possa essere stato quello di Vasco, un concerto aperto dalla Steve Rodgers Band e le posso assicurare che quando Massimo Riva cantava Cocaine non stava interpretando una cover ma stava chiaramente facendo un’ordinazione al dettaglio.
Perché vede io vengo da una generazione in cui la droga era, forse per la prima volta, una cosa seria, vedevi amici caderci, salvarsi, morirci e le posso assicurare che nessuno di loro ha mai iniziato solo perché un cantante gli abbia detto di farlo e se nel mucchio riesce a trovare l’unico che, come automa, l’ha fatto come si fanno i compiti a casa per emulazione, mi vien da pensare che forse il problema è che non avesse un esempio migliore attorno a se.
Perché sempre lì torniamo, i figli non nascono, e soprattutto crescono, sotto i cavoli, i figli hanno dei genitori e i genitori hanno delle responsabilità.
Certo c’è l’ambiente, la società, ma io credo che sia come per il pane, se lo sai fare bene, se gli ingredienti sono buoni, te ne devi un po’ fregare se piove o tira vento, certo potrebbe venire più gommoso o più croccante, ma se la base c’è con due fette di mortadella è sempre uno spettacolo.
Per quanto riguarda 21 grammi, non so come si rapporta lei con l’anima, io so che ai miei figli non ho neanche dovuto spiegarla, sapevano cosa fossero quei 21 grammi e hanno interpretato la canzone in modo corretto, certo parla di uso personale e di vita tagliata male, ma infondo quale droga più potente della vita e dell’anima possiamo mai avere, ha solo giocato con i termini come fanno gli autori.
Tutto credo che parta da come si vuole interpretare qualcosa, di quanto si veda l’uomo nero anche dove non c’è.
Jacopo ha 13 anni e la prima volta che l’ha sentita solo con me, lontano dagli occhi indiscreti delle sorelle, ha pianto e magona ogni volta che la risente, dice che è felice, si commuove e le posso assicurare che per domani, che è il suo compleanno, non mi ha chiesto due pasticche.
Penso che è qui che siamo entrati in campo io e suo padre, facciamoci i complimenti ogni tanto, siamo riusciti a far capire ai nostri ragazzi che non sempre le chiavi di lettura devono essere nefaste e complottistiche, che si può far poesia dicendo se il mondo è malato aspettiamo le analisi, più fragili più fradici, prima che il sole spunti liberiamoci dal freddo copriamoci d’insulti…se il tono è quello giusto.
Chissà signor Maurizio, forse lei senza saperlo è uno con l’orecchio molto lungo, non per nulla all’inizio ho citato Vita spericolata, anche allora chi la demonizzò fu profeta, individuando quello che sarebbe diventato il più celebre motivo di Vasco.
Lo so, a noi generazione anestetizzata dalla Milano da bere, uno come Federico può far paura.
Lui parla, pensa, dice, si ribella, usa i mezzi che ha per dire cose, non tutte mi trovano d’accordo, e vivaddio, ma agisce.
Io credo che se ci fossero più cosi dipinti come lui, che proprio oggi compie 26 anni, beh forse riuscirebbero a mettere qualche pezza ai danni che le nostre generazioni, un po’ ignave, hanno fatto.
di seguito il testo di 21 grammi, il mio di papà, che cantava con me vita spericolata, ha detto che serve per capire meglio...io non posso che concordare
21 grammi
Di felicità
Per uso personale
Noi che non abbiamo dato il massimo
Noi che non abbiamo fatto il classico
Noi fotocopie tutte uguali illuse di essere speciali
E non ci sono le stelle
Ma comunque stiamo svegli
Con più inchiostro sottopelle
Che sul libretto degli assegni
Noi che in mezzo a queste vipere
Ormai ci si può convivere
Ho consumato 21 grammi di felicità
Per Uso personale
Per andare via di qua
Senza più limiti
Senza più lividi
Un po' più liberi
Ho consumato 21 grammi di felicità
Per sognare ad occhi aperti come anni fa
Quando anche se non c'era niente ne bastava la metà
21 grammi di felicità
In alcuni i paraocchi
In alcuni i paradenti
E le lezioni di vita
Segnateci assenti
Ci hanno sciolto le certezze dentro al bicchiere
ora ho più ghiaccio nel cuore che dentro al Jack Daniels
Cuori meccanici per noi sociopatici
Vite noiose, parchi monotematici
Amiamoci, perdiamoci, faranno delle indagini
Finché le nostre lacrime non romperanno gli argini
Teniamoci stretti, lacci emostatici
Siamo letargici, siamo crisalidi
Siamo romantici, siamo dei sadici
Se il mondo è malato aspettiamo le analisi
Più fradici, più fragili
Prima che il sole spunti, liberiamoci dal freddo
Copriamoci di insulti
Non ci sono le stelle
Ma comunque siamo svegli
Con più inchiostro sottopelle
Che sul libretto degli assegni
Noi che in mezzo a queste vipere
Ormai ci si può convivere
Ho consumato 21 grammi di felicità
Per Uso personale
Per andare via di qua
Senza più limiti
Senza più lividi
Un po' più liberi
Ho consumato 21 grammi di felicità
Per sognare ad occhi aperti come anni fa
Quando anche se non c'era niente ne bastava la metà
21 grammi di felicità
Siamo l'effetto collaterale
Di una vita tagliata male
Guardo le ferite che ci hanno lasciato
per poi ricucirle
Con ago e filo spinato
Ho consumato 21 grammi di felicità
Per sognare ad occhi aperti come anni fa
Quando anche se non c'era niente ne bastava la metà
21 grammi di felicità